Non è mia abitudine piangermi addosso e sto alla larga da chi lo fa, devo però ammettere che certe cose, poche per la verità, non me le sono andata a cercare.
Piove sul bagnato, i casini viaggiano sempre in coppia (per quanto mi riguarda sono in orgia permanente) e giu a far citazioni strappate alla saggezza popolare. Comunque la si voglia leggere, ultimamente ho una sfiga che non mi perde di vista un solo istante. Vabbè che il figliolo è adolescente, vabbè che i maschi su tre canali in dotazione possono utilizzarne solo uno e parzialmente, vabbè che il manto della crisi ha ricoperto il pianeta, vabbè che c'è stato un crollo verticale dei valori......non vado avanti! La sfiga è sfiga....punto.
Sta per capitare qualcosa, lo sento. Questo è il momento in cui ho paura di me stessa, perchè quando raggiungo il livello massimo di saturazione, cambio direzione chiudendomi tutte le porte che ho aperto negli anni. Alcune le lascerò aperte, ma poche, altre le chiuderò definitivamente con lancio della chiave.
Alla mia età bisogna fare ciò che ci rende felici, cominciare a raccogliere i primi timidi frutti di una semina iniziata in verde età. Io sto sempre a seminare perchè puntualmente qualcuno mi frega il raccolto attribuendosene la paternità. C'è un alleato che si chiama coraggio che ogni tanto si concede una pausa di riflessione e per far ciò si eclissa nell'angolo relax dell'anima. Decide di svegliarsi dalla profondità abissale del sonno, solo quando sta per scoppiare un guaio memorabile. Ti tende la mano, ti accompagna per un breve tratto per poi scomparire di nuovo. Una vita in altalena che quando sali hai paura di star troppo bene, quando scendi vedi la terra avvicinarsi rapida e capisci di dover cominciare a lottare di nuovo.
domenica 21 giugno 2009
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