Premetto sin d'ora che non è mia abitudine generalizzare e che in questo post parlo di una esperienza personale reale e appena conclusa; ho pensato quindi di condividere due risate con chi ha il piacere di " leggermi".
Vista la curiosità di misurarmi in ambiti professionali diversi, la voglia di mettermi in gioco, oggi più forte che mai, ho deciso di vivere l'esperienza del call center, ovvero l'impiego di ripiego secondo alcuni, un occasione formativa per altri; io sposo questa seconda teoria! Diventi un tutt'uno con una cuffia anonima, spugna innocente di bestemmie e parolacce se non hai un gran concetto di te, accresci la tua autostima se vedi, come nel mio caso, che la tua voce arriva esattamente dove vuoi tu, impadronendoti della situazione.
Trattandosi di una esperienza professionale, o almeno così credevo, in cui dovrebbe andare avanti chi ha doti comunicative, capacità dialettiche, predisposizione al lavoro di gruppo, e vene doppio canale da una parte sangue, dall'altra marketing, ho pensato che fosse cucita addosso a me! La realtà si è rivelata da subito un altra. Team leader con codazzo di amiche al seguito che, fatta eccezione per due elementi, non chiudevano un contratto, voci lamentose e cantilene sempre uguali a se stesse. In compenso i toni mutavano quando con cognizione di causa parlavano di locali e cubi; la vera formazione, e per questo devo ringraziarle vista l'offerta formativa, riguardava le ballerine, si proprio le scarpe rasoterra sulle quali nel tempo illustri pensatori hanno scritto le pagine migliori della nostra letteratura. Locali, cubi e ballerine si affiancavano a dissertazioni sulle tecniche di ricostruzione unghie e sulle ultime novità in fatto di cibi alternativi che seppur immangiabili....erano trendissimi! E la cuffia anonima???? I contratti? Le aziende e i loro titolari?La cuffia, in paziente attesa, prima o poi andrà a riscaldare un orecchio, ovviamente per una chiamata una tantum, rara come i bonus INPS ai pensionati.
Alcuni "elementi" nei miei dieci giorni a progetto non han partorito mezzo contratto e non han tenuto il cliente in conversazione per più di due minuti. Ma..... il tempo determinato è salvo! Come funziona? Chissà! Le compagne della teamleader possono, vista la sua vergognosa complicità! Il gestore per il quale fingono di lavorare, quello il cui nome si pronuncia velocemente, puo attendere......santa pazienza che fretta c'è?
Chi non fa parte dell'entourage ma sa stare in cuffia e sopratutto al mondo, lavora con enorme difficoltà e sopratutto dalle anziane non impara nulla! Se lo spessore è quello....Dio che tristezza!Scadono i famosi "dieci giorni di progetto" e casualmente sei fuori. Ma cosa nasconde questa trovata? E' molto semplice e in quattro mosse la illustro! L'imprenditore si sveglia un mattino e pensa: " perchè non aprire un call center e guadagnare sulle altrui spalle"? Questo è il primo passo. Dopodichè, e siamo al secondo passo, si mette alla ricerca di una coordinatrice che in linguaggio tecnico si chiama teamleader con " pseudo operatrici " al seguito. Si combina la cosa e nasce il call center. Guarda caso dopo i dieci giorni a progetto scatta l'assunzione a tempo determinato per le amiche; nasce quindi la compagnia teatrale. Le amiche della teamleader con la quale ho avuto l'onore di lavorare rappresentano un universo variegato, certamente folkloristico nell'accezione positiva del termine. Un microcosmo glamour ( ? ) abitato e vissuto dalla velina mancata votata al cubo, dalla Beatrice di dantesca memoria, dal maschio che cedendo anche l'ultima briciola di dignità vede la sua lingua assotigliarsi ogni giorno di più , dalla ..... come definire una che " se non starnazzo non esisto"? e via su questo target. Denominatore comune tra i "fissi" è il linguaggio in codice fatto di battute a volte bisbigliate, risatine isteriche su freddure portate dai venti gelidi del nord. Tutto serve a destabilizzare i nuovi. NON ME! Siamo al terzo passo, ovvero l'annuncio fasullo su un sito visitato da chi è in cerca di lavoro, spinto dalle più svariate motivazioni. Naturalmente quando vai a sostenere il colloquio vedi il siparietto e pensi: ma allora è possibile! Io non ci ho creduto per un solo istante. Comincia il confronto, la conoscenza. Non si può definire! Va in scena la più grande presa per il culo della storia. La responsabile (? de chè ?) apre il sipario, sale in cattedra e......non si può sentire. Affermazioni e domande di una ovvietà disarmante.....la gazzosa si impossessa della stanza in un tripudio di bollicine. Faccio finta di crederci e stò al gioco!
Quarto passo i famosi "dieci giorni a progetto". Rispetto degli orari e delle regole, la dialettica che da sempre mi accompagna, la determinazione che cammina un passo avanti a me e guarda caso contatti assolutamente positivi con i clienti dall'altro capo del filo. Basta no, per un assunzione a tempo determinato. Manco per idea, c'è un software che aiuta nella costruzione dei pretesti laddove non sussistano motivazioni reali. La teamleader ha dedicato la sua vita allo studio di questo software! Ergo: ti sfrutto gratis con la scusa della formazione per dieci giorni, vali forse tanto, potresti rompermi le palle sul serio in quel senso..... SI, quindi siccome ti è caduto un contratto perchè il cliente si è accorto del pacco che gli stavi proponendo e ha mandato a quel paese il gestore inglese.... automaticamente è colpa tua! Però possiedi ottime capacità comunicative, accompagnate da una eccellente capacità espressiva e con una modulazione della voce perfetta! LO SAPEVO GIA E SE VUOI TI REGALO QUALCHE LEZIONE!
Il giorno dell'addio ti presentano moduli su moduli da firmare e guarda caso la data da apporre non è quella del giorno in cui hai cominciato in cuffia, ma il giorno della cacciata. Perchè? Ovvio perchè tutto ciò che hai fatto prima magari si volatilizza!
Arrivata al cancello d'uscita insieme ai miei compagni d'avventura, vedo avvicinarsi quattro ragazzi al quarto giorno di progetto. Davano per scontato che io fossi dentro e sbalorditi mi chiedono lumi in merito. Poche parole e in men che non si dica noi del progetto " dieci giorni per la farsa" eravamo tutti al bar per un caffè. Nelle anguste sale del callcenter dal nome inglese, ai piedi di un " monte" , dal nome sardissimo zona chic di Cagliari son rimasti quei personaggi a metà strada tra l'illusione e la tragedia vera!
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento